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ESTETICA MEDICA: Perché non è opportuno sottoporsi alla prima visita gratuitamente.

In medicina fare diagnosi significa organizzare un insieme di informazioni (sintomi, segni, esami strumentali) in una struttura concettuale significativa per prendere una decisione pratica.

Il modello diagnostico è quello dicotomico: il paziente riferisce e/o mostra uno o più sintomi e/o segni attribuibili a più patologie e il medico per ciascuno di essi deve dare un giudizio chiaro di presenza o assenza (sì o no) per arrivare ad una diagnosi differenziale, seguendo le ben note fasi del ragionamento clinico e decisionale, che consente di produrre, dai dati clinici disponibili e ipotesi diagnostiche verificabili.


La diagnosi è una verità, è il modo del medico di accertare quello che il paziente vive, i suoi effetti devono pertanto essere circoscritti per trovare risposte che abbiano un senso.

La diagnosi permette di integrare la conoscenza del medico, esperto di oggettività e quella del paziente, esperto di soggettività (il suo disagio, i sintomi o le sue evidenze) per concordare il significato di quanto accade e definire strategie condivise.


Ora, fatta questa premessa, perché in estetica medica sia alcuni medici che molti pazienti non comprendono il valore della diagnosi?


La ragione principale a mio avviso, è che medicina estetica e chirurgia estetica, in cui il naturale rapporto fra il medico e la persona malata si trasforma nell’inedito rapporto fra il medico e la persona apparentemente sana, sono un business a tassi di espansione elevatissimi, complici le innovazioni tecniche e scientifiche che aprono frontiere sempre nuove e la ‘democratizzazione’ dei sistemi di pagamento (finanziamenti, rateizzazioni), che permette a tutti (o quasi) di sostenerne i costi non indifferenti.


Donne, ma anche tanti uomini, persone mature, ma anche tanti giovani chiedono al medico estetico o al chirurgo estetico di correggere un profilo, di dare più personalità a un volto, di sottolineare questa o quella parte del corpo (labbra e zigomi giganti ad esempio) perché ritenuta inadeguata rispetto ai modelli correnti e, soprattutto, ai propri desideri. Tuttavia, il confine fra interventi ragionevoli e giustificabili e interventi discutibili è molto sottile.


Da questo confine spesso sfuggente nasce il Metodo INTEGRA il cui obiettivo è tracciare una linea di demarcazione fra una medicina e una chirurgia che aiutano un volto e un corpo ad esprimere con pienezza la verità della persona e una medicina e una chirurgia che, noncuranti dell’interiorità, delle storie, della vita, sanno solo creare e ripetere all’infinito maschere senz’anima e falsi sé.


Per far questo partire dalla diagnosi è fondamentale. Non è il paziente che dice al medico cosa deve fare, e meno che mai può farlo rivolgendosi al medico estetico. Sento spesso chiedere: “ma il primo consulto è a pagamento”?

Questa domanda non ha motivo di esistere… una visita medica specialistica è sempre a pagamento! I messaggi che arrivano da varie figure professionali, pseudo cliniche estetiche, portali Internet, siti web sul primo consulto gratuito, sono quanto di più svilente possa esserci sia per la professionalità del medico e sia per il paziente che viene “arruolato” in maniera superficiale, con scarsa attenzione, a terapie anche inutili perché se non paga la visita da qualche parte i soldi devono venir fuori. Senza parlare del fatto che a volte non tutto va bene e si registrano risultati disastrosi o pesanti effetti collaterali; può anche accadere che un volto esca dalle mani del medico estetico molto rinnovato, così rinnovato che si stenta a riconoscere la stessa persona.


La prima visita di estetica medica prevede l’inquadramento dell’inestetismo in ambito di un’analisi globale di viso o corpo, si effettua attraverso principi codificati che aiutano il medico ed il paziente a comprendere come e dove intervenire.

Prevede la valutazione morfologica: che tipo di invecchiamento il paziente ha riguardo al viso (è invecchiata più la pelle, il tessuto adiposo, o il muscolo…) Una semplice valutazione della pelle, ad esempio, ha una durata di un’ora perché prevede un esame clinico approfondito: misurazione dei parametri fisiologici fondamentali con l’ausilio di un corneometro, un sebometro, un pHmetro e un termometro. E ancora per il corpo qual’è la composizione corporea: la quantità di massa magra, quella di massa grassa, la quantità totale di acqua, l’assetto posturale.


La prima visita di estetica medica prevede la valutazione psicologica del caso specifico (soprattutto quando si deve attuare un cambiamento importante da consapevolizzare come modificare una caratteristica del viso) finalizzata alla definizione di un profilo psicologico globale dell’utente, evidenzia la risposta emotiva procurata dall’inestetismo in esame, e le vere motivazioni per le quali ci si rivolge a questo tipo di medicina o chirurgia.


Come si fa a fare questo in quindici minuti e solo per non pagare il consulto?

È chiaro o no che si tratta di medicina?


Non è medicina estetica quella che viene fatta senza queste prerogative. Non è medicina del benessere.


Per un piano di trattamenti mirato bisogna tenere conto di sesso, età, provenienza geografica e fototipo, uniti al quadro di anamnesi. 

Per raggiungere i risultati attesi è importante agire rispettando le dovute differenze nei canoni di bellezza.

Questi fattori consentono la ricerca di una bellezza legata all’unicità dei singoli pazienti e permette di ridurre i segni del tempo o modellare il corpo, rivelando gli aspetti significativi di ciascuno. Non è omologandosi ai trattamenti che fanno tutti (sempre gli stessi perché in un mondo veloce, del mordi e fuggi, così deve essere e si può fare solo quello) che si raggiunge il proprio benessere psico fisico.