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Dermatologia, il melanoma e la ricerca scientifica

Il Melanoma è il più pericoloso dei tumori cutanei.

I casi di questo tumore sono andati aumentando negli ultimi anni, esso può apparire improvvisamente su pelle sana o più raramente svilupparsi all’interno o nei pressi di un neo o di un’altra macchia cutanea scura; pertanto, è importante conoscere la localizzazione e l’aspetto dei nei (nevi)presenti sul proprio corpo al fine di individuarne precocemente le eventuali modifiche. Ne consegue che più precoce è il riconoscimento del Melanoma più tempestiva ne sarà la rimozione e migliore sarà la prognosi.

Uno dei fattori maggiormente in causa sembrerebbe essere rappresentato dalle eccessive esposizioni solari seguite da scottature; i soggetti di carnagione chiara sono quindi particolarmente a rischio.

Anche l’ereditarietà gioca un ruolo predisponente: il rischio aumenta se uno dei genitori o un parente stretto ha avuto un melanoma. I cosiddetti nevi atipici (nevi displastici) che possono essere familiari e/o la presenza di un elevato numero di nevi possono essere considerati ulteriori fattori di rischio.


Per questa ragione il consiglio è quello di auto controllare l’intera superficie corporea ogni mese o due in questo modo:

1. esaminare la propria pelle cute, con l’aiuto di uno specchio, anteriormente, posteriormente e su entrambi i lati a braccia sollevate.

2. piegare i gomiti, controllate attentamente gli avambracci, la parte posteriore degli arti superiori e il palmo delle mani.

3. controllare la parte posteriore delle gambe, i piedi, gli spazi interdigitali e le piante dei piedi.

4. esaminare la parte posteriore del collo e il cuoio capelluto con uno specchietto. Separare i capelli in ciocche e sollevarle.


Purtroppo, quando il melanoma non è diagnosticato in tempo come tutti i tumori da origine a metastasi. La ricerca sta compiendo passi da gigante ma la prevenzione è sicuramente la migliore alleata per scongiurare problemi di una malattia complicata da gestire. E a proposito di ricerca. “TILs” sta per linfociti che infiltrano il tumore. Sono quelli su cui sta lavorando la comunità scientifica per ampliare e diversificare la risposta dei pazienti all'immunoterapia. Una nuova opportunità di cura, che sembra funzionare con il melanoma metastatico.

Il trattamento prevede che dal paziente si prelevi un piccolo campione di tessuto attraverso una biopsia o come residuo dell'intervento chirurgico.

Questo è il punto di partenza, avendo come riferimento la presenza nel tessuto tumorale dei linfociti T: ovvero i “soldati” che il nostro sistema immunitario utilizza per aggredire agenti esterni o cellule nel frattempo divenute cancerose. Un buon segno, che testimonia l’avvenuto riconoscimento dell'ospite indesiderato. Ma se “intrappolati” nel tumore in quantità ridotte, i linfociti T non riescono a svolgere appieno il proprio compito.

L’obiettivo della “TILs” è far crescere il numero dei linfociti T da poche migliaia fino a 200 miliardi. A seguire, avviene la loro reinfusione nel paziente in modo da rendere più efficace l'attacco nei confronti del tumore.


L’immunoterapia ha rivoluzionato l’approccio nei confronti di una malattia che se diagnosticata dieci anni fa, equivaleva di fatto a una condanna di morte. Adesso, invece, si riesce a curare molti pazienti e a permettere loro di svolgere una vita normale.

Uno dei migliori esiti rimane sarà la cronicizzazione della malattia e non necessariamente la guarigione.

Purtroppo, gli effetti collaterali non sono trascurabili ma sono generalmente limitati alle tre settimane che seguono l'infusione, dopo questo intervallo di tempo quasi tutte le persone pare riprendano regolarmente le proprie attività.

Sulla terapia con i “TILs” si sta lavorando in diversi centri di ricerca europei ma non potrà essere riservata a tutti i pazienti (nello studio ci si è fermati alla soglia dei 75 anni). Né somministrato in qualsiasi centro.


Per tutte queste ragioni è buona norma effettuare una visita dermatologica almeno una volta l’anno prima dell’estate, o comunque prima dell’esposizione solare e bisogna consultare il dermatologo appena si nota un cambiamento in una lesione preesistente o la comparsa di una nuova.

PREVENIRE È MEGLIO CHE CURARE. SEMPRE!